Di Carlo Platella
Il nuovo corso di Alpine parte dalle persone. Il 2024 è stato un anno di transizione per la squadra anglo-francese, con l’allontanamento di diverse figure chiave tra cui il direttore tecnico Matt Harman, sostituito a maggio da David Sanchez. Considerate le tempistiche, l’ex responsabile del concetto veicolo Ferrari non ha coordinato l’impostazione del progetto 2025, ma ne ha diretto lo sviluppo partendo dalle basi preesistenti. Le dinamiche dietro le quinte si riflettono sulla monoposto, che si presenta come un’evoluzione della vettura 2024 senza modifiche radicali.
Avanti con il vecchio telaio
Il terremoto ai vertici della scuderia nello scorso campionato, con l’allontanamento del direttore tecnico Matt Harman e di alcuni suoi collaboratori, avevano avuto ripercussioni sullo sviluppo stagionale. Per sei mesi Alpine era rimasta orfana di aggiornamenti, prima che le novità riprendessero ad arrivare in pista dall’appuntamento di Austin in poi. È ragionevole pensare che quanto accaduto abbia impattato anche sul progetto 2025, preferendo limitarsi a un’evoluzione piuttosto che una rivoluzione. Tra i contenuti pubblicati recentemente sui canali social, spicca l’apposizione della targhetta A525-05 sul telaio della nuova vettura, numerazione che lascia pensare al mantenimento della scocca della passata stagione.
Uno dei fattori limitanti per l’Alpine a inizio 2024 era stato il peso in eccesso, raggiungendo il minimo regolamentare soltanto con il Gran Premio di Miami a maggio. C’è motivo di pensare che la squadra abbia continuato l’opera di riduzione del peso, alleggerendo i componenti accessori per permettere di ricorrere alle zavorre da sfruttare per correggere il bilanciamento in fase di messa a punto. Tuttavia, il riutilizzo della scocca ha limitato i margini di intervento, a partire dal gruppo sospensivo.
Le sospensioni
All’anteriore la A525 conserva lo schema push rod del 2024, senza modificare i punti di attacco degli elementi esterni. Discorso analogo per il retrotreno, dove ritorna il puntone introdotto proprio con l’ultima monoposto. All’inizio della passata stagione però, in casa Alpine si parlava di un nuovo concetto di sospensioni in cantiere in vista del 2025. L’assenza di cambiamenti visibili, tuttavia, porta a chiedersi se la riorganizzazione del reparto tecnico abbia spinto ad abbandonare il progetto o se piuttosto le modifiche interessino i gruppi molle-ammortizzatori interni.

Le precedenti Alpine puntavano su altezze da terra estremamente basse, necessitando di un gruppo sospensivo molto rigido per stabilizzare la distanza tra il fondo e il terreno, ma poco efficace nell’assorbire cordoli e avvallamenti alle alte velocità. Le vetture francesi, infatti, si esprimevano al meglio sugli asfalti più livellati o sui tracciati da medio-bassa velocità, sfruttando il buon grip meccanico in fase di trazione. Sarà interessante valutare quindi se la nuova A525 punti a un diverso compromesso tra gestione degli pneumatici, assorbimento degli avvallamenti e controllo delle altezze da terra.

Grandi somiglianze
Mantenendo lo stesso telaio del 2024, non sorprende osservare uno schema di raffreddamento fedele alla A524. Le prese d’aria laterali conservano la geometria a P, soluzione che ha acquistato discreta popolarità sulla griglia di partenza 2025. Continuità anche per quanto riguarda il roll hoop sovrastante il pilota, a riconferma di una disposizione analoga dei radiatori sotto al cofano. Ne segue una carrozzeria anch’essa simile alla passata stagione, sia nella parte alta che nell’andamento delle fiancate.




A livello aerodinamico, l’ala anteriore è un’evoluzione della specifica di fine 2024. A sua volta si trattava di un cambio di concetto, con l’ultimo alettone introdotto in occasione del Gran Premio del Qatar, di cui spiccava l’attacco del musetto al secondo elemento e il diverso andamento dei profili superiori. Poche infine le modifiche apprezzabili al fondo, anche se come sempre il lavoro più importante si nasconde sotto la vettura. Lungo il bordo esterno comunque si nota la rimozione dell’apertura posteriore che soffiava aria sotto al fondo.



L’ultimo canto del V6 Renault
L’Alpine 2025 però è anche una monoposto storica, essendo l’ultima spinta da un motore Renault prima del passaggio alla fornitura Mercedes nel 2026. La power unit francese continua a essere la meno competitiva del lotto, una gerarchia che difficilmente cambierà quest’anno considerate le forti restrizioni allo sviluppo dei propulsori. I motoristi di Viry Chatillon hanno comunque avuto l’opportunità di lavorare su alcuni aspetti marginali per recuperare qualche cavallo. Niente che da solo possa fare la differenza, ma mai come in questa Formula 1 il diavolo sta nei dettagli.
secondo me se un produttore mondiale smette di prodursi in casa il motore, cosa che ha fatto benissimo per anni ed anni, è una brutta figura memorabile e sinceramente incomprensibile.
Il cosiddetto “facelift di metà carriera”.
Una tristezza per i tecnici che ci lavorano. Se funzionerà buon per loro: vorrà dire che la monoposto ’24 aveva potenziale ancora inespresso. Altrimenti…
è uno schifo che buttino via il loro motore, considerando la storia di Renault in F1