La storia del motorsport – soprattutto quella dei tempi eroici – è ricca di nomi che sono meno conosciuti al grande pubblico ma che meritano invece di essere scoperti e approfonditi, per l’unicità delle loro vite e per le incredibili imprese che hanno compiuto, non solo a livello sportivo. Nella Giornata della Memoria che si celebra oggi, 27 gennaio, vogliamo ricordare la figura di un leggendario pilota francese – Robert Benoist – morto tragicamente a Buchenwald, in un campo di concentramento nazista in Germania, l’11 settembre 1944. Aveva 49 anni.
Una carriera ricca di trionfi
Benoist è la dimostrazione di come si possano vivere più vite diverse in una sola esistenza. Nato nel 1895 ad Auffargis, minuscolo comune ad una sessantina di km da Parigi che all’epoca era popolato da appena 600 anime, figlio del guardiacaccia della tenuta del barone Henri de Rothschild, il giovane Robert prese contatto con il mondo dei motori durante la prima guerra mondiale. All’epoca 20enne, venne infatti assegnato all’aeronautica militare diventando pilota di caccia.
Terminato il conflitto e incapace di stare con le mani in mano, Benoist intraprese la carriera di pilota da corsa, gareggiando prima con le moto e poi con le auto. Sulle due ruote era veloce e conquistò il successo in alcune gare dell’epoca in sella alla francese Salmson; era però all’interno di un abitacolo che il francese sapeva esprimere al massimo il proprio talento. In anni in cui i campionati mondiali come li conosciamo oggi – per esempio la F1 o il WEC – erano ancora lontanissimi dal nascere, Benoist colse dei successi storici: il suo anno d’oro fu il 1927, in cui vinse i Gran Premi di Francia, Spagna, Italia e Gran Bretagna, portando la sua Delage a stravincere l’unico titolo che era assegnato all’epoca: quello Costruttori.
Trasferitosi successivamente in Bugatti, Robert Benoist ne divenne il responsabile corse, prendendo su di sé l’impegno di preparare una vettura in grado di trionfare alla 24 Ore di Le Mans, spezzando così il dominio delle Alfa Romeo. Il tanto agognato successo arrivò nel 1937, quando l’ormai 42enne Benoist riuscì ad allestire una vincente T57G che condusse al trionfo in prima persona, in coppia con Jean-Pierre Wimille. Di lì a poco però sarebbe iniziato il secondo conflitto mondiale, che stravolse la vita di Robert.
L’impegno nella resistenza
Con la Francia caduta sotto il giogo della dominazione nazista, il campione francese fu coinvolto nelle attività di resistenza dall’amico e rivale William Grover-Williams, che aveva gareggiato con e contro Benoist per molte stagioni. Williams era un membro della Special Operations Executive, creata da Winston Churchill per compiere azioni di sabotaggio contro le forze tedesche in Europa. Benoist, dopo un lungo addestramento compiuto in Inghilterra, fu paracadutato in Francia nella primavera del 1942 per creare e dirigere la rete Chestnut, un’organizzazione di spionaggio e sabotaggio che operava nella zona di Parigi. Benoist fornì al gruppo un nascondiglio per armi e rifornimenti nella sua proprietà di Auffargis.
Arrestato dalla Gestapo nel 1943, la reputazione già epica di Benoist fu accresciuta ancor di più da una rocambolesca fuga che lo vide protagonista: mentre veniva portato al quartier generale infatti, egli riuscì ad aprire una portiera dell’auto in movimento, a spingere fuori un militare tedesco e a saltare fuori dall’auto in corsa, dileguandosi prima tra la folla parigina e poi sui tetti di alcune abitazioni. La sua liberà però non sarebbe durata molto: Benoist infatti iniziò a fare la spola tra il Regno Unito e la Francia, portando a termine nel suo paese natale una seconda missione nell’ottobre del 1943 e poi tornandovi ancora per un nuovo incarico nel giugno del 1944. In preparazione allo sbarco in Normandia degli Alleati furono infatti organizzate varie operazioni di sabotaggio sul territorio francese.
Durante quest’ultima missione Benoist fu catturato dai nazisti, che lo presero tra il 17 e il 18 giugno mentre l’ex pilota cercava di tornare a Parigi per fare visita alla madre morente. Poco dopo la cattura, Benoist tentò di fuggire arrampicandosi attraverso la finestra di un bagno, ma fu catturato dai tedeschi. Trasferito nel campo di concentramento di Buchenwald, Robert Benoist fu impiccato l’11 settembre 1944. Dopo la resa della Germania, il 9 settembre 1945, a Parigi venne disputata la gara automobilistica Coupe Robert Benoist, in sua memoria. A vincere fu Jean-Pierre Wimille, che con Benoist aveva trionfato alla 24 ore di Le Mans otto anni prima.
bellissimo articolo, non conoscevo Benoist. Questi sono articoli che meritano. Indagheró se c’é un libro …
✊ resistenza, l’unica “vecchia scuola” che si rispetti. Alla faccia di chi vuole imbavagliare i piloti. Esempio lampante del fatto che prima di essere piloti si può essere uomini
Onore a Benoist
Ho scritto un articolo al riguardo.
Non conoscevo questa storia. Bel racconto!